24 agosto, Palermo. Ricordo ancora quella giornata, un caldo appiccicoso, città deserta, tutti al mare. Ero stato invitato ad un matrimonio in un paesino a circa 2 ore di strada da Palermo. La tentazione di non andare era forte, essendo a pranzo ed essendoci quel giorno 38 gradi all’ombra, ma quando a sposarti è un tuo parente non puoi rifiutare certi inviti. E soprattutto, abito e cravatta obbligatoriamente. Cerimonia stupenda devo dire, tanto cibo, bella gente, ma decisamente troppo caldo. Ad un certo punto mi arrivo un messaggio su whatsapp, apro: “stasera milky?”. Da quel momento la giornata prende una piega diversa, non vedo l’ora che arrivi la notte. Avevo avuto dal mio fedele compagno di uscite fotografiche, carta bianca circa la location. Non vedevo l’ora di tornare a casa per preparare tutta l’attrezzatura. Avevo già pianificato nei minimi dettagli questo scatto qualche settimana prima : sapevo che in questo posto non c’era inquinamento luminoso (o almeno non troppo), sapevo che la Via lattea in quel periodo si trovava esattamente dietro il ponte, sapevo a che ora era più alta (momento migliore per scattare). Sapevo anche che quel giorno c’era una serata splendida, nemmeno una nuvola. Non avevo programmato che quella sera avrei fatto il mio primo steel wool, ma questi sono dettagli. Finisce il Matrimonio, torno a casa, preparo lo zaino, controllo che abbia messo le SD dentro lo zaino (una volta le ho scordate per un’alba, e da quel momento controllo sempre), doccia flash e in men che non si dica arriva il mio amico a prendermi in macchina. Cena in piedi a Palermo, e verso le 21 ci dirigiamo a Roccamena, presso il “Ponte Calatrasi”, un luogo davvero paranormale. Fino alle 2 di notte siamo stati nel silenzio più assoluto, ogni tanto qualche grillo e soprattutto tante, tante zanzare. Ci prendemmo un grande spavento quando un cespuglio a pochi metri da me si mosse fragorosamente. Puntai subito la torcia ma non vidi nulla.. Inutile dire che me la stavo facendo sotto, eravamo nel buio più assoluto. detto anche “Ponte del Diavolo”, risalente al 1160, è un'opera di origine arabo-normanna che attraversa il fiume Belice. é Così stretto da consentire il passaggio di una sola persona per volta, e manca di parapetti. Si narra che sia stato costruito da spiriti (Fati),e dal Diavolo, per agevolare il passaggio del fiume Belice ad una ricca principessa araba in viaggio in Sicilia. Essendo stato creato in una sola notte, non rimase il tempo per ergere dei parapetti. Diverse volte gli abitanti del luogo tentarono di costruire parapetti, ma, secondo la leggenda, questi l'indomani venivano trovati distrutti dagli spiriti. Alle 22 siamo già arrivati. Perlustriamo la zona, ci assicuriamo che non ci siano persone (non si può mai sapere), incominciamo a posizionare i cavalletti. All’inizio non riuscivo a trovare una composizione che mi soddisfacesse, quindi ad un certo punto, mi metto perfettamente frontale al ponte e si accende la scintilla, in tutti i sensi. Ricordo che il mio amico aveva in porta bagagli qualche kg di lana d’acciaio e tutto l’occorrente per fare lo steelwool. Gli faccio preparare tutto l’armamentario e gli dico di mettersi sotto il ponte e incominciare a fare scintille non appena gli avessi dato il via.

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Faccio due scatti, entrambi a iso 400 ed f/13, uno di 13 secondi e uno di 15. 
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Questi sono stati in assoluto i miei primi due scatti di steel wool, e gli ultimi al momento.
Facendo attenzione a non muovere di un millimetro la macchina, cambio impostazioni e faccio lo scatto per il primo piano.
Eccolo: ( 406 secondi, 16mm, f/4 ISO 500 ).
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Purtroppo, devo dirlo, ho scordato di attivare la riduzione del rumore per le lunghe esposizioni, e di conseguenza lo scatto, come potete vedere, è uscito un po’ rumoroso. Avrei potuto gestire meglio il rumore riducendolo, ma avrei avuto una consistente perdita di dettagli. Inoltre è abbondantemente sottoesposto, mea culpa che non ho voluto illuminare il ponte con una torcia, spero di tornarci la prossima estate per farlo come si deve. Dopo di questo, incomincio a fare gli scatti per la via lattea. In questo caso ne ho fatti 6. Ho sfruttato una tecnica che si chiama “stacking mediano”. consiste nel sovrapporre più scatti uguali, in maniera da ridurre il rumore, facendo una “media” tra le varie foto. Gli scatti, prima di essere fusi, dovranno essere allineati. su internet troverete vari tutorial. Perché lo stacking? Perché per la via lattea utilizzo un 16-35 f4 IS canon, e Canon 6d. f4 non è per nulla indicato per notturne, quindi, usando iso alti, cerco di ridurre il rumore in questo modo, anche se devo dire che questo è uno dei miei peggiori sviluppi di una via lattea, ho fatto di meglio. ecco uno dei sei scatti (16mm, f4, iso6400, 25 secondi)
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dopo aver postprodotto singolarmente ogni porzione della foto (cielo, scintille e ponte), ed aver clonato alla buona quel cavo, ho unito tutto in una singola foto, ed ecco qui: Non una delle mie foto migliori, ma una delle più divertenti da postprodurre e soprattutto da eseguire.
Stars and sparks (racconta la tua foto di chrisalide )


Commenti (8)

utente cancellato Che dire, complimenti ancora, bel racconto e interessante didascalia, come uno scatto è stato ideato e eseguito lo arricchisce ulteriormente, prende forma un idea ,un metodo, un modo di vedere la fotografia,una firma.. Ciao a presto
7 anni fa 
utente cancellato Bellissima!
7 anni fa 
SergioRapagna Molto molto bello! Interessante il racconto, spettacolare il posto, fantastica la foto! Grazie per la condivisione!
7 anni fa